La cremazione è uno dei più antichi riti funebri della storia dell’umanità. Non distrugge tutto il cadavere e le ceneri sono conservate in urne, per poi essere sepolte o disperse. Rispetto all’inumazione si limita ad accelerare il processo di liberazione del corpo, eliminando lo stato impuro della decomposizione. In Asia, in Europa e presso i Greci, gli Etruschi e i Romani esisteva l’usanza di cremare, ma l’ascesa del Cristianesimo e poi dell’Islamismo ne fecero decadere la pratica. Solo negli ultimi secoli si è tornati a parlare della cremazione con l’avvento dell’Illuminismo che la promuove come pratica funeraria a tutela delle esigenze igieniche e ambientali. La cremazione è entrata ufficialmente nel nostro ordinamento con la Legge Sanitaria del 1888, ma si è affermata soprattutto ad opera di società di volontariato, che già da qualche anno erano sorte in varie città d'Italia con il nome di Società per la Cremazione. La prima Società per la cremazione fu quella di Milano e ad essa fecero seguito rapidamente parecchie altre, tra cui la Società per la Cremazione di Bergamo, eretta in Ente Morale con Regio Decreto del 17.09.1911.
Nell’anno 1963, la Chiesa Cattolica ha riconosciuto la legittimità della pratica crematoria purché non venga scelta per motivi contrari alla dottrina cristiana. Tramite la divulgazione dell’Istruzione “Ad resurgendum cum Christo”, dove si ribadisce che «Laddove ragioni di tipo igienico, economico o sociale portino a scegliere la cremazione, scelta che non deve essere contraria alla volontà esplicita o ragionevolmente presunta del fedele defunto, la Chiesa non scorge ragioni dottrinali per impedire tale prassi, poiché la cremazione del cadavere non tocca l’anima e non impedisce all’onnipotenza divina di risuscitare il corpo e quindi non contiene l’oggettiva negazione della dottrina cristiana sull’immortalità dell’anima e la risurrezione dei corpi». Allo stesso tempo, però, non va dimenticato che la Chiesa Cattolica continua a incoraggiare la sepoltura del corpo.
La cremazione deve essere eseguita da personale appositamente autorizzato dall'autorità comunale. Questa pratica, che è utilizzata fin dai tempi antichi, prevede la riduzione in cenere delle spoglie mortali del defunto; il processo avviene in particolari forni crematori presso impianti autorizzati a compiere questa pratica. Il corpo della persona scomparsa viene cremato all’interno di una cassa in legno specifica. Tutte le ceneri derivanti dalla cremazione di ciascuna salma devono essere raccolte in un’apposita urna cineraria portante all'esterno: il nome, il cognome, la data di nascita e di morte del defunto. Possono essere tumulate presso gli spazi predisposti nei cimiteri o ospitate presso il domicilio dell' affidatario; negli ultimi anni la legge italiana si è adeguata assecondando inoltre la volontà del defunto alla dispersione.
Nella regione Lombardia chi sceglie la cremazione può decidere che le proprie ceneri siano disperse sia in ambienti naturali e spazi aperti (cielo, mare, fiumi, montagne…), sia in aree private (con il consenso dei proprietari), sia nei Giardini delle Rimembranze nei cimiteri, oppure l' urna puo' essere affidata ai famigliari per essere custodita nelle proprie residenze. La volontà di dispersione in natura deve essere espressa in vita e per iscritto dalla persona interessata e la decisione non può essere delegata a nessun altro. L’iscrizione a SOCREM Bergamo consente di depositare la dichiarazione riguardante la propria scelta e per chi non sa con certezza il luogo di dispersione, ricordiamo che è anche possibile disperdere le proprie ceneri nel Giardino delle Rimembranze nel cimitero monumentale di Bergamo.